
dott. Nerenzi Claudio
Onde d'Urto a Mantova
Cosa sono le Onde d’Urto
Sono onde acustiche ad alta energia caratterizzate da una particolare forma d’onda in grado di produrre una stimolazione meccanica diretta, che può essere "focalizzata" sull'area patologica da trattare, alla profondità desiderata ed utilizzando livelli di energia adeguati per sede di trattamento ed effetto terapeutico richiesto.
L’utilizzo delle Onde d’Urto in medicina nacque originariamente per applicazioni in Urologia, dove vengono ancora impiegate per la “frantumazione” dei calcoli renali.
Da oltre un decennio si è diffuso anche in ambito ortopedico, nonostante il meccanismo d’azione delle Onde d’Urto sui tessuti viventi (ossa, muscoli, tendini e legamenti) sia profondamente diverso da quello esercitato su strutture "inerti" come i calcoli renali.
I tessuti viventi, quando vengono attraversati dall’Onda d’Urto subiscono una sorta di benefico “micro-idromassaggio” , in grado di promuovere una serie di reazioni biochimiche e cellulari responsabili dell’effetto terapeutico.
Anche nel caso delle calcificazioni tendinee il meccanismo che può portare alla loro scomparsa, dopo trattamento con Onde d’Urto (comunque non nella totalità dei casi trattati), non è legato ad un’azione meccanica diretta (di “frantumazione”), bensì ad un loro “scioglimento", per attivazione di processi biochimici locali.
Studi scientifici hanno dimostrato che gli effetti biologici della terapia ( antinfiammatorio, antidolorifico, antiedemigeno, di incremento della vascolarizzazione locale e , di conseguenza, dei processi di riparazione tessutale ) sarebbero legati all’attivazione di specifiche catene enzimatiche, nonché alla produzione di mediatori e fattori di crescita.
La chiave di comprensione per spiegare come sia possibile ottenere effetti biologici da una stimolazione di tipo fisico (energia meccanica) è stata recentemente individuata, come peraltro già per altre funzioni biologiche, nel fenomeno noto come “meccanotrasduzione” .
L’utilizzo delle Onde d’Urto si è inizialmente affermato, in ambito ortopedico, come trattamento dei processi di riparazione ossea nei casi di ritardo di consolidazione delle fratture o di pseudoartrosi (es. nelle fratture di tibia, o dello scafoide carpale).
In questi casi la presenza di mezzi di sintesi da precedenti interventi non rappresenta motivo di impedimento alla terapia.
Essa è solitamente eseguita previo puntamento radiologico, in modo da colpire esattamente la zona interessata e richiede l’applicazione di una energia elevata.
Successivamente, l’attenzione per questa metodica si è rivolta al trattamento delle tendinopatie croniche resistenti alle terapie tradizionali quali fascite plantare, tendinopatia calcifica del sovraspinoso ed epicondilite.
Infine, la terapia con Onde d’Urto è stata utilizzata con successo anche nel trattamento dei processi calcifici muscolari e tendinei .
In questi casi si registra spesso un netto miglioramento clinico nella mobilità del segmento cui non corrisponde immediata modifica del quadro radiografico, che si verifica solo molto più tardi.
L’indicazione elettiva è quindi rappresentata da sofferenze tendinee croniche resistenti ad altre terapie; l’effetto sulle infiammazioni acute appare meno clamoroso, ma sono molti gli Autori che propongono le onde d’urto anche in questi casi.
Un discorso particolare riveste il trattamento dell’atleta: va tenuto presente che lo sportivo tende a considerare il dolore come unico elemento limitante l'attività fisica, ma la terapia con onde d’urto porta solitamente ad una riduzione della sintomatologia dolorosa decisamente prima del suo benefico effetto biologico sui tessuti.
E' necessario, quindi, informare l’atleta e l’allenatore dei tempi da rispettare per la ripresa dell’attività, poiché una ripresa incauta potrebbe portare ad effetti negativi anziché ad un miglioramento della sofferenza tendinea.
In taluni casi la terapia con Onde d’Urto "Focalizzate" può essere considerata un sostituto della terapia chirurgica laddove, ovviamente, non vi siano lesioni vere e proprie del tendine che, per guarire, necessitino di un ripristino dell’integrità anatomica.
